Carnet di viaggio

Amo viaggiare perché sono curioso.

Nel viaggio il dove diventa l’elemento prioritario. L’essenza diventa l’esplorazione, l’ascolto dei luoghi visitati, la percezione completa di una realtà nuova. La compagnia ideale per il viaggio è la solitudine, infatti è bellissimo viaggiare con se stessi. In un viaggio, il tempo che solitamente dedichiamo agli altri viene totalmente assorbito dall’ambiente e dalla sua comprensione. Capita spesso, viaggiando da soli, di notare dettagli che altrimenti sfuggono.

I miei compagni di viaggio sono i miei carnet, a volte dei Moleskine altre dei taccuini che realizzo a mano con carta per acquerello di alta qualità, la mia scatola di acquerelli, i pennelli e le mie inseparabili penne stilografiche. Il viaggio comincia con la scelta o la realizzazione del carnet a fisarmonica, prosegue con la ricerca preventiva di apporti ovvero di qualunque oggetto cartaceo che possa richiamare i luoghi che andrò a visitare (francobolli, banconote, piante antiche, testi di libri antichi, capilettera). La ricerca degli apporti prosegue durante il viaggio. Appositamente non porto con me la macchina fotografica perché registro tutto su carta.

A volte viaggio con la mente e creo carnet da libri appena letti, come quello realizzato sull’Isola Ferdinandea.

Disegno di continuo, prendo appunti, poi finisco i disegni la notte in albergo.

In questo modo i carnet diventano degli oggetti per me preziosissimi, che mi evocano l’esperienza  come nient’altro potrebbe fare meglio. Li adoro a prescindere se il risultato finale è positivo o meno.